Il trust autodichiarato è la modalità più semplice di istituire un trust.
In esso, infatti, il disponente non trasferisce i beni ad un terzo gestore (il quale, talvolta, potrebbe anche essere un soggetto estraneo alla famiglia), ma si limita ad imporvi un vincolo di destinazione. In questo modo, dunque, si crea un vincolo di destinazione autodichiarato.
Il principale vantaggio risiede nel fatto che lo stesso soggetto disponente potrà gestire i beni destinati e, al tempo stesso, profittare del meccanismo di protezione patrimoniale prodotto dal trust. È opportuno tuttavia precisare che, pur se i beni rimangono nella materiale disponibilità del disponente, egli dovrà comunque gestirli conformemente a quanto previsto nell’atto istitutivo e dovrà diligentemente compilare il libro degli eventi; in ogni caso, inoltre, sarà auspicabile la nomina di un guardiano che abbia seri e precisi poteri di controllo sull’operato del trustee.
Per capire meglio cos'è un trust interno autodichiarato, valgano gli esempi che seguono.
Il trust autodichiarato, inoltre, appare particolarmente adatto qualora sia istituito in favore di soggetti deboli, quali, per esempio i disabili gravi (per i trust a favore di questi ultimi soggetti, fra l’altro, la legge 112/2016, detta anche legge sul “Dopo di Noi”, ha previsto numerose agevolazioni fiscali).
Il genitore del disabile grave può così istituire un trust autodichiarato e di fatto continuare a gestire i beni nel modo che egli ritiene migliore nell’interesse del figlio, ma con la possibilità di proiettare tale gestione anche nel futuro ed al tempo stesso proteggere tali beni dalle sue vicende personali.
Il conferimento di un immobile in un trust autodichiarato allo scopo di liquidarlo, di soddisfare con il ricavato i creditori del disponente e di attribuire a quest'ultimo l'eventuale residuo costituisce un'ottima soluzione sia per il debitore che per i creditori: in tal modo, infatti, è possibile vendere il bene al prezzo di mercato e non, invece, al prezzo quasi sempre inferiore al quale esso verrebbe venduto se i creditori lo pignorassero e dunque lo facessero oggetto di un'asta pubblica.
La costituzione di un trust autodichiarato di scopo da parte di un facoltoso mecenate, il quale mette a disposizione della collettività la sua vasta collezione di oggetti d'arte, consente di evitare le complicazioni nascenti dalla costituzione di una fondazione.
Un genitore può stipulare un trust autodichiarato familiare a beneficio dei figli (o dei nipoti) perché, per le ragioni più varie, non vuole trasferire loro immediatamente i beni destinati. Si pensi al caso in cui il genitore non si fidi del nuovo compagno della figlia ed intenda evitare che l’immobile di famiglia venga coinvolto in future dispute, oppure al caso in cui egli voglia beneficiare un figlio affetto da ludopatia o da prodigalità.
Più in particolare, il disponente nell’atto istitutivo potrà:
prevedere come i beni destinati dovranno essere gestiti dopo la sua morte;
individuare sia i soggetti gli subentreranno nel ruolo di trustee (ad esempio altri familiari o persone di fiducia), sia, in caso di loro assenza per qualsiasi motivo, le modalità di nomina di costoro;
individuare il guardiano, o, in caso di sua assenza, le modalità di nomina di costui.
un approfondimento sulla validità del trust autodichiarato in Italia;
la definizione di trust autodestinato, ovvero quando disponente e beneficiario coincidono.