Il Trust nella Separazione e nel Divorzio è in grado di realizzare un equo contemperamento fra i contrapposti interessi dei coniugi, come pure un’adeguata tutela ai loro figli, soprattutto se minori o incapaci.
La sua utilità appare evidente se si considera che spesso, soprattutto in caso di separazione, le tutele patrimoniali riconosciute al coniuge “debole” sono spesso inadeguate nel caso in cui l’altro non ottemperi a quanto previsto dal giudice.
I vantaggi dell'utilizzo del Trust in questi casi sono molteplici:
è possibile prevedere le modalità di amministrazione dei beni (cosa non da poco, soprattutto nel caso in cui i coniugi siano proprietari di un unico immobile);
nell’atto istitutivo del trust sarà possibile individuare chi rivestirà gli uffici di trustee e di guardiano e determinare non soltanto i loro relativi poteri, ma soprattutto i loro doveri di gestione dei beni destinati (si pensi al caso, frequente, in cui il bene sia l’immobile precedentemente adibito a casa familiare);
il trust potrebbe prevedere un terzo gestore (il quale ben potrebbe essere un soggetto terzo esterno ed imparziale rispetto alle vicende familiari), oppure essere stipulato nella forma del trust autodichiarato, così da permettere al coniuge disponente (spesso proprietario della casa familiare) di continuare a gestire i propri beni, seppur vincolati dal trust;
i beneficiari finali ben potranno essere i figli, ma anche l’altro coniuge qualora le circostanze lo permettano.
In caso di separazione o divorzio consensuali, è possibile depositare un ricorso per l’omologazione di un accordo prevedente l'utilizzo del trust, il quale, si osserva, è stato spesso accolto favorevolmente dai giudici aditi.
Avvocato Saverio Bartoli, Firenze