Trust Autodestinato e suoi vantaggi

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Trust Autodestinato e suoi vantaggi

Cos'è un Trust Autodestinato?

Accade spesso che il disponente al momento della stipula di un atto di trust (sia esso autodichiarato o con un trustee diverso dal disponente) voglia continuare a godere, durante la vigenza del medesimo, delle utilità prodotte dai beni che ne sono oggetto.

Non pone particolari problemi l'ipotesi in cui il disponente sia individuato quale beneficiario assieme ad altri soggetti, mentre attenta considerazione merita quella in cui egli è l'unico beneficiario.

In quest'ultimo caso (nel quale, dunque, disponente e beneficiario coincidono) si parla di trust autodestinato, figura questa che fra l'altro non va  confusa (come spesso accade) con quella del trust autodichiarato, nel quale invece disponente e trustee coincidono.

Di seguito vengono proposti una serie di esempi per chiarire come possa essere validamente posto in essere un trust autodestinato.

Alcuni Esempi di Trust Autodestinato in cui il Trustee è Soggetto Diverso dal Disponente  

  1. Tizio, imprenditore appena ritiratosi dagli affari, è stanco di occuparsi della fortuna accumulata in anni di successi; decide così di conferire i suoi beni in trust nominando quale trustee il suo fedele commercialista Sempronio, affinché costui li amministri nel suo esclusivo interesse fino alla sua morte.  

  2. Tizio, amministratore di sostegno di Caio (affetto da una grave forma di prodigalità), ottiene dal giudice l'autorizzazione ad istituire un trust del quale sarà trustee l'amico di famiglia Sempronio ed in cui saranno conferiti i beni di Caio, il quale ne sarà il solo beneficiario (alla sua morte, pertanto, il trust avrà fine ed i beni cadranno nella successione di Caio).

L'ipotesi 1), si osserva, pur essendo ammissibile da un punto di vista civilistico, potrebbe essere guardata con sospetto dal fisco.

L'ipotesi 2), al contrario, si è più volte verificata nella pratica senza incontrare particolari problemi: ci sarebbe, però, da chiedersi se e fino a che punto abbia un senso istituire un trust per proteggere i beni di un soggetto che, essendo incapace, già dispone della protezione prevista dalla legge (nell'esempio fatto, trattasi della normativa in tema di amministrazione di sostegno).

Trust Autodestinato ed Autodichiarato: a volte Disponente, Trustee e Beneficiario Coincidono

Nel caso di trust autodichiarato, il disponente nomina se stesso quale trustee, imponendo sui suoi beni un vincolo di destinazione.

È chiaro, dunque, che in questi casi si deve escludere che il disponente possa essere anche l'esclusivo beneficiario del trust, in quanto tale scelta provocherebbe un chiaro “cortocircuito”: vi sarebbe infatti coincidenza fra soggetto debitore delle prestazioni patrimoniali in favore del beneficiario (il trustee) e soggetto creditore di tali prestazioni (il beneficiario).

In altri termini, il trustee può essere anche beneficiario del trust, ma non il solo beneficiario.

Anche la Cassazione, con la sentenza n.10254/2020, ha affermato che in questi casi trustee e beneficiario possono essere la stessa persona.

Per ovviare ad una tale situazione è dunque necessario che il disponente provveda ad individuare beneficiari ulteriori.

Esempio di Trust Autodichiarato non Autodestinato, perché il Disponente non è l'Unico Beneficiario 

Tizio, imprenditore vedovo, ha un giovane figlio (Mevio) che sta terminando le scuole elementari. In vista del momento in cui la sua fortuna passerà al figlio (ed in particolare per proteggere il suo patrimonio), Tizio decide di stipulare un trust autodichiarato nel quale nomina quali beneficiari di reddito sé stesso e suo figlio, il quale sarà altresì beneficiario finale.

Avvocato Saverio Bartoli, Firenze

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